Perequazione delle pensioni: cosa significa?

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Il termine può suonare un po’ ostico ma nella realtà con “perequazione della pensione” si intende null’altro che l’adeguamento degli importi e trattamenti pensionistici al costo della vita.

In una società come la nostra, dove la qualità dei servizi e delle cure mediche ha portato a un’aspettativa di vita di 77 anni per gli uomini e quasi 83 per le donne e considerando il quasi traguardo di un milione di abitanti over 90, la perequazione delle pensioni permette all’assegno previdenziale di combattere l’inflazione, mantenendo inalterato il suo potere d’acquisto per un tempo potenzialmente sempre più lungo.

Scopriamo qualcosa di più su come si calcola, a quali trattamenti si applica e in che misura questo strumento aiuti le pensionate e i pensionati italiani.

 

Perequazione: significato e regimi applicativi

Senza perderci in definizioni “fatte in casa”, correndo il rischio di essere inesatti, riportiamo testualmente i termini con cui il sito dell’INPS definisce la perequazione nel suo significato:

Rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita.”

Sempre l’Istituto Previdenziale specifica che la perequazione della pensione si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, ivi comprese:

  • Pensioni di reversibilità
  • Pensioni indirette
  • Pensioni integrative

L’universalità è dunque una delle caratteristiche della perequazione delle pensioni: nessuna lavoratrice e nessun lavoratore può restare escluso da questa formula di garanzia sociale, l’unica che permette alla pensione di continuare a consentire condizioni di vita almeno sufficienti ai suoi fruitori.

Altra caratteristica dello strumento è la sua periodicità: il calcolo della perequazione della pensione avviene spontaneamente su base percentuale ogni 1 di gennaio, tanto che si è soliti riferirsi al meccanismo come “perequazione automatica”.

 

Il calcolo della perequazione della pensione tra indici e previsionali

Se il meccanismo della perequazione delle pensioni risulta piuttosto semplice da comprendere, il calcolo dell’effettiva rivalutazione dell’assegno previdenziale risulta un po’ più complesso.

Sulla base dell’indice ISTAT per l’anno in corso si stabilisce un valore previsionale di riferimento che viene applicato a decorrere dalla pensione del gennaio dell’anno seguente.

Al termine dell’anno, però, l’ISTAT stesso sostituisce l’indice provvisorio con quello definitivo che in sede di perequazione della pensione darà luogo a un conguaglio che potrà essere:

  • Positivo, in questo caso la differenza tra l’indice provvisorio e quello definitivo sarà aggiunto alla pensione
  • Negativo, in questo caso la differenza sarà sottratta
  • Nullo, laddove l’indice provvisorio e quello definitivo dovessero coincidere, non determinando così alcuna variazione nell’assegno pensionistico

Per spiegare il meccanismo con un esempio pratico la variazione 2020, inizialmente prevista a 0, è stata confermata a 0, non determinando alcun conguaglio. Quella 2021, invece, è stata stabilita in un +1,7% di cui i pensionati di tutta Italia hanno potuto godere a partire dal 1 gennaio 2022, salvo conguaglio da calcolare a fine anno e aggiungere o sottrarre al nuovo dato provvisorio per i dodici mesi successivi.

 

Le fasce di reddito nella perequazione delle pensioni

Un’altra caratteristica significativa della perequazione della pensione è che non tutti ne usufruiscono allo stesso modo.

In particolare esiste una relazione di proporzionalità inversa tra l’ammontare della propria pensione e la percentuale di rivalutazione da perequazione applicata.

Vediamo le tre fasce di riferimento e le rispettive percentuali di perequazione che vengono riconosciute alle pensionate e ai pensionati del nostro Paese:

  • Per chi incassa una pensione fino a 4 volte il trattamento minimo (€523,83 al 1 gennaio 2022) l’indice di perequazione automatica è riconosciuto in misura piena, al 100%
  • Per chi incassa una pensione tra 4 e 5 volte il trattamento minimo, il trattamento corrisponderà al 90% della rivalutazione complessiva
  • Per le pensioni più elevate, oltre le 5 volte il trattamento minimo, la percentuale di adeguamento scende al 75%

Più precisamente, poiché la perequazione delle pensioni si effettua in via cumulata, la percentuale di rivalutazione riconosciuta non si basa su una singola pensione, ma sul reddito complessivo erogato dall’INPS in ogni forma.

Questo sistema di applicazione degli indici, in vigore da circa vent’anni, ha, com’è facile intuire, lo scopo di redistribuire la perequazione delle pensioni in maniera da concentrare un maggiore aiuto sulle fasce più deboli ed è soggetto a periodiche modifiche.

 

Il calcolo della perequazione della pensione nel tempo

La legislazione in materia di perequazione della pensione è stata più volte modificata nel tempo.

Per esempio le tre fasce di applicazione percentuale del sostegno attualmente in vigore sono state inserite per legge al 31 dicembre 2011 mentre la normativa precedente (legge 338/2000) prevedeva suddivisioni leggermente diverse.

Ancora nel 2014 è stato inserito un nuovo strumento di calcolo delle perequazioni ulteriormente sbilanciato a favore degli assegni più bassi e svantaggioso invece per i trattamenti superiore alle tre volte il minimo.

Un altro intervento è stato fatto il 1° gennaio 2022 a ripristino di scaglioni precedenti.

A prescindere, però, dalle legislazioni contingenti il sistema della perequazione delle pensioni non è mai stato messo in discussione e continua a svolgere, nei modi e nei tempi stabiliti dai governi che si susseguono, la sua funzione sociale.