I ruoli aziendali in inglese potrebbero trarre in inganno se ridotti a stringate sigle, d’altra parte in calce alle email o sui biglietti da visita non è sempre possibile descrivere per esteso la funzione che svolge una persona all’interno di un’azienda.
Il mondo imprenditoriale è costellato di termini anglosassoni che snelliscono il linguaggio scritto e verbale, ma siamo sicuri di conoscere l’esatto significato di ogni acronimo, o almeno di tutti quelli che comunemente vengono usati?
Andiamo ad analizzare quelli che bisogna per forza padroneggiare se si lavora o si interagisce con un’azienda, una multinazionale, un’agenzia con un’organizzazione interna relativamente strutturata.
Contenuti dell'articolo:
Elenco ruoli aziendali in inglese
Per rendere tutto più chiaro partiamo dall’elenco delle principali sigle che si incontrano comunemente in ambito aziendale:
- CEO
- CTO
- CMO
- CFO
- CIO
- COO
- CSO
- CRO
- PM
- R&D Manager
- HR Manager
La lista potrebbe essere molto più lunga, ma questi undici termini rappresentano il gruppo di professionisti che con più probabilità si possono trovare impiegati in un contesto imprenditoriale.
Vediamo ora di rendere più chiaro cosa si cela dietro a queste iniziali.
Nomi e ruoli aziendali in inglese: ecco cosa significano
Dopo aver messo una dopo l’altra le sigle che identificano importanti figure aziendali, ora passiamo alla definizione dei ruoli aziendali inglesi e alle singole trasposizioni in italiano.
CEO
Partiamo dall’esplicitazione dell’acronimo: CEO sta per Chief Executive Officer, ovvero quello che in italiano chiamiamo Amministratore Delegato.
Bisogna precisare che nel caso in cui l’azienda non abbia il consiglio d’amministrazione la figura parallela al CEO è l’Amministratore Unico.
L’Amministratore Delegato è la figura dirigenziale che ha responsabilità sulle attività e guida le strategie dell’azienda.
CTO
CTO significa letteralmente Chief Technical Officer ed è l’equivalente di Direttore Tecnico, ma alle volte si sovrappone anche al Direttore dei Sistemi Informativi.
Il CTO è un manager che si occupa di tutto ciò che riguarda le tecnologie utili all’azienda. È colui che dà suggerimenti al CEO per integrare strumenti all’avanguardia che possono far evolvere i prodotti o i servizi che vengono messi sul mercato.
CMO
Il Chief Marketing Officer, appunto CMO, è il Direttore Marketing.
Chi è assunto con questo ruolo si occupa delle attività di marketing dell’azienda, quindi cura la comunicazione e la promozione del brand e di ciò che l’azienda produce. Inoltre mantiene le relazioni con gli stakeholder, monitora il mercato e orienta le strategie pubblicitarie.
CFO
Il corrispettivo inglese del ruolo del Direttore Finanziario è Chief Finance Officer.
Le sue mansioni riguardano i flussi di denaro dell’azienda, il bilancio, gli investimenti, la gestione dei finanziamenti e della cassa. È lui che parla di questione finanziare con il CEO e che si occupa della risoluzione delle eventuali problematiche con banche, debitori e creditori.
CIO
Il Chief Information Officer, CIO nella sua forma contratta, è il Direttore Informatico o dell’informazione.
È una figura divenuta sempre più importante nelle aziende, perché è lei che si occupa delle informazioni che viaggiano in rete e di tutto ciò che riguarda la comunicazione esterna fatta su internet.
COO
Il COO è il Direttore Generale, ma per essere chiari l’acronimo significa Chief Operating Officer.
Si occupa delle attività che devono essere svolte giorno per giorno dai dipendenti e dagli eventuali collaboratori esterni, quindi il suo lavoro cambia a seconda del settore commerciale e delle caratteristiche dell’azienda.
Da lui dipendono il corretto funzionamento delle operazioni giornaliere e la progressione dei programmi aziendali.
CSO
Il CSO, Chief Security Officer, è il Direttore delle Sicurezza, ma la stessa sigla può stare per Chief Services Officer, Direttore Dei Servizi.
Nel primo caso ci si trova davanti a colui che si occupa della sicurezza all’interno dell’azienda, mentre nel secondo è il responsabile dei servizi offerti da un’azienda. Due tipi di lavoro da non confondere perché completamente diversi, ma non il solo caso di acronimo aziendale ambiguo.
CRO
È il Direttore Gestione Rischi, ovvero, il Chief Risk Officer.
Questo manager si occupa dell’analisi dei rischi presenti all’interno dei luoghi di lavoro e dell’individuazione degli strumenti e dei metodi per ridurre al minimo le possibilità di infortuni o danni per la salute.
Per la natura del suo ruolo il CRO si interfaccia sia con la dirigenza sia con coloro che operano nei reparti e negli uffici.
PM
Questo è un altro caso di acronimo che può creare incertezze. Le due lettere P e M possono corrispondere a tre diversi professionisti che lavorano all’interno di un’impresa: Project Manager, Product Manager e Plant Manager.
Il Project Manager è il responsabile di un determinato progetto (o più di uno) e, di solito, coordina una squadra operativa che deve ottenere precisi obiettivi.
Il Product Manager si occupa di tutto il processo che sta dietro alla creazione e alla commercializzazione di un prodotto o di una linea di prodotti.
Il Plant Manager è il manager che gestisce uno stabilimento che fa parte di una società o di un gruppo di aziende. Si occupa di amministrare gli impianti e i dipendenti che li fanno funzionare.
R&D Manager
È colui che dirige il reparto Ricerca e Sviluppo di un’azienda, appunto il dipartimento Research & Development.
Questo manager gestisce le persone che si occupano dello studio di nuove tecnologie o di metodi all’avanguardia da applicare alla produzione aziendale. È sua responsabilità coordinare il team che analizza le innovazioni e cerca soluzioni per migliorare i prodotti o i servizi che l’impresa propone al mercato.
HR Manager
Questo acronimo può essere ancora più compresso riducendosi a HRM, ma il suo significato è sempre: Human Resource Manager.
Quello che in Italia chiamiamo Direttore delle Risorse Umane, o del personale, è la figura aziendale che amministra l’omonimo ufficio e che si occupa, a volte insieme ad altri impiegati, di tutto ciò che riguarda i dipendenti, ad esempio: dalle gestione del cartellino presenze alla realizzazione delle buste paga, dalla gestione dei permessi e delle ferie al monitoraggio dei dipendenti in smart working, dal controllo dei processi HR all’assunzione e cessazione dei collaboratori.
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