La soluzione biometrica consiste in un sistema che è in grado di identificare e riconoscere un individuo in base ad alcune caratteristiche fisiche, confrontandole con quelle inserite in un database (impronte digitali, la retina dell’occhio, il controllo dinamico della firma…).
L’applicazione dei sistemi biometrici sta avendo molto successo in diversi ambiti in Italia ed è in crescita (controllo accessi aeroporti, nei sistemi di sicurezza, nei sistemi di pagamento con carta di credito).
Il settore che si sta sviluppando molto è quello degli smartphone di ultimissima generazione, a cui si accede allo schermo con le impronti digitali, utilizzo che ha l’obiettivo primario per difendersi da furti d’identità e altri tipi di furti attraverso la rete e i dispositivi digitali.
Via via nel prossimo futuro si andrà sempre più sul settore del biometrico comportamentale, ricorrendo quindi all’impronta vocale, allo stile di battitura della tastiera e ai movimenti del corpo, per le operazioni di autenticazione e identificazione delle persone.
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Le impronte digitali si comportano come badge
Proiettata nel mondo HR la biometria, e in particolare nel processo di rilevazione delle presenze, frequentemente utilizza le impronte digitali in sostituzione del classico badge e si presenta come un sistema molto piu’ sicuro e affidabile per il riconoscimento delle persone e quindi dei lavoratori.
Innanzitutto serve a distinguere e a identificare la persona che invece che appoggiare il proprio badge alla timbratrice utilizza il proprio dito, evitando quindi possibili frodi e diminuendo la possibilità di falsificare la propria timbratura.
Il primo vantaggio è quello di potersi dimenticare il proprio badge a casa in quanto non si ha bisogno di smart card o altri device; tutto cio’ quindi contribuisce attivamente alla riuscita complessiva dell’intero processo evitando così disguidi e perdite di tempo.
Altro vantaggio molto rilevante, rispetto ad altre tecnologie utilizzate, è proprio quello relativo al garantire in tempo reale la corrispondenza tra il badge di identificazione e la persona che effettua la timbratura con l’impronta digitale.
Complessivamente quindi, le irregolarità e le truffe sarebbero rese impossibili da uno strumento come il sensore del timbratore, che non può essere attivato in mancanza dell’impronta digitale del legittimo proprietario.
Il sistema biometrico garantisce la privacy dei lavoratori?
I dati biometrici rappresentano la nostra identità e quindi bisogna stare molto attenti alla gestione di questi dati, in quanto fanno parte a pieno titolo dei dati sensibili.
Allo stesso tempo, però, il sistema biometrico utilizzato in un ambito così delicato come quello della rilevazione presenze puo’ sollevare aspetti di privacy e sicurezza da non trascurare.
Il Garante della Privacy si è pronunciato rispetto alla rilevazione presenze con dati biometrici e ha riferito che le Aziende devono informare i propri dipendenti circa i dati loro richiesti e la modalità di gestione degli stessi.
Non c’è il rischio di violazione di privacy in quanto i dati non devono essere memorizzati in nessun database, né sotto forma di codifica numerica, né tanto meno sotto forma di immagine.
A livello tecnico, gli unici dati ricavati dalle impronte digitali (stringhe dei caratteri rappresentativi) sono conservati in forma criptata sul badge ad esclusiva disposizione del dipendente e saranno utilizzati nell’eventualità solo per la procedura di verifica dell’identità del dipendente senza che sia possibile in alcun modo ottenere l’immagine dell’impronta digitale.