Congedo matrimoniale: a chi spetta e come richiederlo

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Nella vita della maggior parte delle persone arriva, molto spesso, il momento di sposarsi e questo lieto evento ricade obbligatoriamente anche in ambito lavorativo.

È giusto sapere come e quando richiedere il congedo matrimoniale per utilizzare le opportunità date dalla legge italiana, ricordando che esistono precise regole da rispettare per ottenerne i benefici.

Nei paragrafi a seguire si possono trovare informazioni interessanti sia per chi ha programmato il proprio matrimonio sia per chi gestisce il personale di un’azienda.

 

Cos’è la licenza matrimoniale

Gergalmente viene chiamata “licenza matrimoniale”, ma il nome corretto che viene usato dalla burocrazia è proprio “congedo matrimoniale”.

Fatta questa precisazione passiamo a dire che quello di cui stiamo parlando è il periodo di pausa dal lavoro di 15 giorni che si può richiedere solo quando ci si sposa o quando due persone fanno un’unione civile. Naturalmente queste due settimane di vacanza post matrimoniale sono retribuite.

Il congedo matrimoniale è normato dalla legge italiana dal 1937, ma inizialmente era solo a favore degli impiegati. Successivamente, nel 1941, questo beneficio venne dato anche agli operai, colmando così una prima disparità di trattamento. La seconda incongruenza riguardava il periodo di astensione dal lavoro che per il personale impiegatizio è sempre stato di 15 giorni, mentre gli operai potevano godere solo di 8 giorni retribuiti fino a qualche tempo fa, ma oggi anche questo divario è stato colmato dai contratti collettivi.

 

Unioni civili e congedo matrimoniale

Un altro passo avanti nell’ambito del congedo matrimoniale è stato fatto con la Legge Cirinnà (Legge 20 maggio 2016, n. 76), ovvero quella sulle unioni civili che ha praticamente dato gli stessi diritti del matrimonio alle persone dello stesso sesso che si uniscono legalmente.

Al comma 20 si può leggere un passaggio che toglie ogni dubbio:

… le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso”.

Oggi nessuna azienda può creare problemi a tutti coloro che vogliono prendere il cosiddetto permesso matrimoniale, a prescindere dall’orientamento sessuale.

Nel tempo ci sono stati comunque dibattiti sulla possibilità di usufruire del congedo matrimoniale anche per le coppie omosessuali unite civilmente, ma è stata l’INPS a sancire definitivamente la parità di trattamento rispetto alle coppie eterosessuali che si sposano.

 

Congedo matrimoniale seconde nozze

Si potrebbe pensare che una volta usufruito del congedo matrimoniale non ci sia una nuova occasione per chiederlo di nuovo, ma molto spesso l’amore non è eterno e anche gli sposi arrivano al divorzio.

Proprio per questo motivo è giusto sapere che è consentito dalla legge richiedere il congedo matrimoniale per il secondo matrimonio.

Un datore di lavoro deve, quindi, concedere questo periodo di astensione dal lavoro se il dipendente si sposa nuovamente con rito civile. La legge non prende in considerazione i matrimoni puramente religiosi.

 

Congedo matrimoniale: decorrenza e durata

Come abbiamo già visto, la durata del congedo matrimoniale è di 15 giorni, ma c’è da sottolineare che questo permesso retribuito è inteso come un periodo unitario e non frazionabile. In sostanza, non è possibile fare una settimana di pausa, poi tornare al lavoro per qualche giorno e richiedere di assentarsi per un’altra settimana.

Nei 15 giorni sono considerati anche il sabato, la domenica e gli eventuali giorni di festa.

Per quando riguarda la decorrenza del congedo matrimoniale, essa dovrebbe coincidere con il giorno delle nozze. In alternativa gli sposi dovrebbero usufruire delle 2 settimane entro il mese successivo al matrimonio, ma su quest’argomento sono sorte dispute, per cui solitamente sembrano esserci tempi più flessibili.

Una sentenza del 2012 della Corte di Cassazione ha stabilito che la decorrenza del concedo matrimoniale può essere posticipata, ma questa particolare assenza giustificata deve essere assolutamente inerente al matrimonio.

La cosa migliore rimane sempre di prendere accordi con l’azienda.

 

Congedo matrimoniale e INPS

L’INPS per il congedo matrimoniale concede un assegno, di cui si può beneficiare nei 30 giorni successivi alle nozze, a tutti coloro che lavorano in industrie, cooperative, imprese artigianali.

La retribuzione è erogata dal datore di lavoro per colmare i giorni non coperti dall’INPS e in forma totale per i lavoratori che non sono compresi nei settori appena elencati.

La cifra che viene corrisposta è pari alla retribuzione di 7 giorni meno il 5,54% che resta a carico del dipendente. Questo vale per operai, apprendisti, lavoratori a domicilio.

Per i marittimi di bassa forza il denaro che ricevono è quello corrispondente a 8 giorni di lavoro a cui viene sempre sottratto il 5,54%.

I lavoratori part-time ricevono un assegno commisurato a quanto scritto nel contratto, togliendo ancora una volta la piccola percentuale a carico del lavoratore.

Inoltre, possono fare richiesta all’INPS anche i disoccupati, ma devono dimostrare di aver lavorato in un’industria, un’azienda artigiana o una cooperativa almeno 15 giorni nei 90 che precedono il matrimonio.

 

Richiesta del congedo matrimoniale

La richiesta di congedo per matrimonio deve essere fatta all’azienda con ampio anticipo per non creare problemi all’attività lavorativa. Indicativamente non meno di 6 giorni prima.

Il dipendente, inoltre, deve fornire al datore di lavoro il certificato di matrimonio entro 60 giorni dal momento in cui torna in azienda.

 

La gestione della forza lavoro in azienda

Chi si occupa delle risorse umane di un’azienda deve tenere sotto controllo presenze e assenze per non avere flessioni nella produzione o disservizi di natura gestionale e logistica.

Software avanzati come quelli creati da Peoplelink sono validi aiuti per monitorare il congedo matrimoniale, quello di maternità o paternità, le ferie, i permessi e tutti gli altri periodi di astensione dal lavoro che un dipendente può chiedere.

Ad esempio, People@Time è un modulo studiato per la gestione delle presenze con moltissime funzioni intelligenti che rendono più veloci e snelle tutte le operazioni che intercorrono tra l’azienda ed il dipendente.